25 gennaio 2019
HEIMAT. IL NUOVO DISCO FUORI OGGI.
“Mio padre era uno scrittore, ti sarebbe piaciuto.
Diceva sempre che gli artisti usano le bugie per dire la verità, mentre i politici le usano per coprire la verità”.
Oggi esce HEIMAT lo trovate qui http://smarturl.it/deltavheimat
Questo è il videoclip di “30 anni”.
Marti, Carlo, Flavio
#deltav #heimat #30anni
28 novembre 2018
HEIMAT. Il nuovo album dal 25 gennaio.
A volte si pensa che se non esiste un termine per descrivere qualcosa, quel qualcosa non esista. Heimat è una parola tedesca che in effetti non ha un corrispettivo in italiano, eppure esiste per ciascuno di noi, sfidiamo chiunque a provare il contrario. Heimat è il nome del nostro nuovo disco, ed è il risultato di tutti quei “qualcosa” che, sommati, in italiano occupano troppo spazio per essere contenuti in una sola parola. Heimat è il senso di appartenenza che ci ha fatto tornare, la radice imprescindibile di ogni scelta e la casa di ciascuno di noi. Un posto da cui partire e a cui riapprodare, perché la nostra casa si sposta, non siamo noi a stare dentro di lei, ma è lei che vive in tutto quello che siamo.
Heimat esce il 25 gennaio, e lo suoneremo live a Milano (6 marzo, MAGAZZINI GENERALI), e a Torino (l’8 marzo all’Hiroshima Mon Amour).
Questa è la copertina.
Ci risentiamo presto,
Marti, Carlo, Flavio
24 agosto 2018
DOMENICHE DI AGOSTO
Primi mesi del 2016. Sto andando da Paolino a fargli sentire delle idee che ho buttato giù nell’inverno. Non scrivo da un sacco di tempo e quei primi abbozzi sono scarni da morire ma gli piacciono: da quel giorno inconsapevolmente nasce l’idea di un disco fino ad allora assolutamente non previsto.
Sento Flavio al telefono, vive a Barcellona da qualche anno e le occasioni per vederci non sono molte ma combiniamo un incontro a casa da me, conferma le impressioni di Paolino, c’è da lavorarci ma un’idea di base c’è. Sono anche i giorni in cui incontriamo Marti.
“Domeniche di Agosto” è nata in quel periodo, parla della vera fine dell’anno, di quando finisce l’estate e si ritorna alla vita che per qualche settimana abbiamo sospeso altrove. È un momento che alla fine riguarda tutti, passano gli anni, cambiano le mode e le attitudini ma la fine di ogni estate ci fa pensare quanto possa essere importante ricordarci cosa siamo stati, come abbiamo vissuto e le persone che abbiamo amato più di ogni cosa.
Oggi cominciamo da qui, e siamo contenti.
Buon ascolto.
17 luglio 2018
IL CIELO CHE CAMBIA COLORE
Una volta erano gli uomini e la macchina. Oggi sono le macchine e l’uomo.
Un mondo che oggi fai fatica a riconoscerlo, perlomeno per come eri abituato a farlo.
Il tempo cambia le cose, ma alcune più di altre sembrano avere la forza di potergli resistere più a lungo. Come la fabbrica, la sua mole, la quotidianità, la forza e il movimento degli individui e delle cose che la animano. Tutto questo ci ha ricordato la musica.
In quei capannoni, in quei macchinari, nell’acciaio, nella gomma o nella plastica ci sono mille storie, e anche lì abbiamo ritrovato tanti segni che ci hanno ricordato una volta di più quante analogie ci possano essere con la musica che stavamo scrivendo e suonando.
I nostri padri in fabbrica ci hanno trascorso vite intere. Chi alla Magneti Marelli e alla Innocenti come gli zii di Flavio, chi alla Venchi Unica o alla Fiat come il padre di Carlo. Insomma, gli esempi li abbiamo sempre avuti davanti agli occhi e nei racconti di chi la sera rientrava a casa.
La fabbrica toglieva, la fabbrica ridava. Forse non in egual misura ma era un luogo dove il lavoro c’era, dove gli uomini allacciavano rapporti che andavano al di là della solidarietà.
Anche in questo ci siamo ritrovati.
Indossare quelle tute per realizzare questo videoclip è stato soltanto una conseguenza. Un riconoscersi ancora una volta per ciò che siamo, niente di meno, niente di più.
Buona visione.